Verso una scuola sempre più multiculturale: il ruolo importantissimo dei docenti

Verso una scuola sempre più multiculturale: il ruolo importantissimo dei docenti

La scuola cambia. Questo si sa. Cambia negli approcci pedagogico-educativi, negli spazi, nelle metodologie didattiche, negli strumenti a disposizione ma, soprattutto, cambia nell’utenza. I bambini e i ragazzi che frequentano le aule scolastiche non sono solo diversi da coloro che lo facevano cento anni fa. Lo sono anche da quelli che componevano le classi delle scuole di inizio secolo. La rapida evoluzione del mondo occidentale ha fatto la sua parte e con essa un cambiamento graduale e profondo della nostra società. La scuola di oggi, infatti, non è più formata solo da bambini italiani: è multietnica e multiculturale.

Nel report INVALSI pubblicato nel maggio 2020 emergono molti dati interessanti in proposito. Il più significativo è che il 10% della popolazione scolastica è di origine migratoria. Nelle scuole dell’Infanzia e Primaria, l’incidenza dei bambini con cittadinanza non italiana supera l’11% anche se la distribuzione nel territorio nazionale non è omogenea. La maggioranza degli studenti con cittadinanza non italiana, infatti, si concentra nelle regioni settentrionali (65%), quindi nelle regioni del centro (22%) e poco più del 13% nel mezzogiorno. Ciò significa che in alcune scuole, soprattutto nelle periferie delle città del Nord, l’incidenza di alunne e alunni stranieri è molto alta. Per questo motivo, nel tempo, i percorsi di apprendimento e le metodologie da utilizzare sono stati modulati in base alle nuove esigenze degli studenti. Anche se alcuni di loro sono nati in Italia, infatti, non bisogna dimenticare che in ambito famigliare parlano un’altra lingua e mantengono l’identità culturale di provenienza. Molti iniziano la scuola senza conoscere la lingua italiana, perciò necessitano di indispensabili percorsi di alfabetizzazione e di inclusione.

Insomma, la scuola di oggi parte da bisogni educativi sempre più differenziati che mettono alla prova le capacità professionali dei docenti richiedendo una formazione continua, ma soprattutto l’abilità di reinventare quotidianamente il proprio metodo e le proprie strategie. Difficile, per fare un esempio, riuscire a raccontare la fiaba di Cappuccetto Rosso se più di metà classe non sa cosa significhino le parole: bosco, lupo o cacciatore… Questa duttilità del docente possiamo definirla come una “regola del gioco”della meravigliosa arte dell’insegnare, tuttavia necessita di un suo spazio di riflessione. Non è semplice creare una scuola pienamente inclusiva. È faticoso. A volte ci si sente scoraggiati o disarmati di fronte alle barriere che possono nascere dalle difficoltà comunicative. Capita anche che si avverta il peso della preoccupazione, del timore di non riuscire a trovare il metodo giusto che, in realtà, cambia a seconda delle caratteristiche individuali, dell’esperienza linguistica e della provenienza geografico-culturale di ogni alunno. I docenti che lavorano in classi con alte percentuali di studenti stranieri conoscono la moltitudine di emozioni che derivano dalla necessità di accompagnare tutti verso l’apprendimento senza che nessuno, bambini e ragazzi italiani inclusi, si senta trascurato. Così come sanno quanto sia complesso creare un “ponte comunicativo”con le famiglie che della scuola hanno esperienze spesso diverse da quella offerta in Italia.

Non esistono ricette magiche né metodi infallibili. È una scuola che bravi insegnanti costruiscono giorno per giorno partendo dalla volontà di creare una realtà che sappia tener conto dei bisogni di tutti. In pratica realizzano ciò che l’ideogramma cinese dell’ascolto rappresenta in modo splendido. Perché per capirsi non bastano le orecchie. C’è bisogno di attenzione reciproca, di uno sguardo disponibile e di tanta capacità empatica.

Nella cultura orientale i tappeti raccontano qualcosa. Il tessitore che intreccia la trama inserisce nel disegno anche forme di scrittura per narrare piccole storie o proverbi. Ecco, la scuola è come uno di questi tappeti. Nella trama sono celati tanti racconti e, perché abbiano un significato, è necessario leggerli, ascoltarli, conoscerli. Ciascun alunno (italiano o straniero) è narratore della propria storia di vita e tutti questi racconti si intrecciano formando una trama complessa e colorata fatta di paesaggi, tradizioni, feste, lingue, ricette, legami famigliari, sentimenti…Gli insegnanti a scuola fanno anche questo: sono tessitori di storie e di vissuti. Non tutti lo sanno ed è importante raccontarlo.