Il 21 marzo Giornata della Memoria delle Vittime Innocenti di mafia

Il 21 marzo Giornata della Memoria delle Vittime Innocenti di mafia

Antimafia vuol dire mai indietreggiare di fronte al sopruso, all’arroganza, senza omertà. Denunciare qualunque ingiustizia, soprattutto quella politica e istituzionale. Essere testimoni, attraverso l’esperienza.

Attraverso la mia esperienza, fare antimafia vuol dire -nella quotidianità, nel proprio posto, là dove si vive, con forza e senza mai indietreggiare di fronte al sopruso, all’arroganza, alla mafiosità di chi si crede il più forte e senza omertà e giri di parole- affrontare e denunciare qualunque tipo d’ingiustizia sociale, soprattutto quella politica e istituzionale. Antimafia vuol dire essere testimoni; ma il testimone è colui che vive in sé ciò che annuncia e lo fa proprio, attraverso l’esperienza. Conosco, politici e giornalisti -alcuni familiari di vittime di mafia- che dell’antimafia hanno fatto il loro cavallo di battaglia, hanno avuto l’auto blindata con la scorta ma poi, nella realtà, osservando il loro operato e la cronaca dei giornali, poco e niente hanno fatto per contrastare l’azione mefitica della mafia. Una cosa, comunque, l’hanno saputa realizzare: la loro carriera.
La vera antimafia, non ha luci scintillanti ma il semplice compimento ed adempimento del proprio lavoro, con onestà e concretezza, anche nel silenzio, senza alcuna appariscenza. Magari, tra i tanti furbetti del cartellino, ci sono persone che ostentano la loro appartenenza ad associazioni o movimenti antimafia e che affermano di essere onesti, anche quando hanno percepito lo stipendio, arbitrariamente e arrogantemente, facendo i loro comodi e non il proprio dovere -lo stesso vale per gli evasori fiscali-. Ecco allora che fare antimafia, significa fare il proprio dovere, fino in fondo e tutti i giorni in cui viene richiesto. Significa, anche, secondo la metafora della ‘Rana bollita’ di Noam Chomsky, risvegliarsi dal bollore in cui un’intera società è stata gettata e sapere agire in modo corretto ed onesto, secondo il trinomio ‘Vedere, Giudicare e Agire’.
Fare antimafia significa informarsi correttamente, avere consapevolezza delle situazioni, senza farsi anestetizzare da certo intrattenimento televisivo o da quant’altro ci viene propinato anche da bieco consumismo e agire di conseguenza, senza deleghe, senza ma, senza come e senza perché. D’altronde, cosa hanno fatto di particolare e di eroico Ievolella, Giuliano, Chinnici, Francese, Castelbuono, Dalla Chiesa, Costa, Scaglione, Mancuso e gli altri, se non avere agito con consapevolezza con il loro lavoro, il loro dovere, con onestà, giustizia e legalità?

L’Antimafia tra lotta e memoria. Informarsi correttamente, avere consapevolezza, senza farsi anestetizzare da quanto ci viene propinato e agire di conseguenza, senza deleghe, senza ma, senza come e senza perché”