Verso la promozione della lettura: tra il dire e il fare non c’è sempre di mezzo il mare

Verso la promozione della lettura: tra il dire e il fare non c’è sempre di mezzo il mare

Nel mio precedente intervento ho affrontato il tema della lettura a scuola e della sua importanza. Ne è emerso un quadro in cui pare evidente che, per avvicinare bambini e ragazzi alla lettura, vi sia la necessità di permettere loro di entrare in contatto con i libri. Questi ultimi, per essere amati, devono essere “assaggiati”, toccati, sfogliati prima ancora che letti. Vediamo come…

L’editoria moderna ha studiato con grande solerzia come catturare l’attenzione del pubblico al quale si rivolge. In fondo si tratta di una competizione in cui, all’interno di scaffali colmi e coloratissimi, vince il libro che viene notato. Le leggi del marketing e della comunicazione hanno dettato regole precise su quali siano i fattori indispensabili di attrazione. In primis c’è la cover, la copertina del libro. Fior fiore di grafici e illustratori spendono molte energie per trovare gli ingredienti giusti: colore, soggetto, stile, tecnica… Il tentativo è quello di fare in modo che l’occhio si fermi per il tempo sufficiente da indurre la mano ad avvicinarsi per prendere il libro e sceglierlo tra molti. Osservando le cover dei libri per bambini e ragazzi si resta incantati. Alcune sono delle vere e proprie opere d’arte, altre sono un richiamo luccicante e un po’ traditore, come il canto delle sirene. Ecco, dunque, che l’educazione alla lettura dovrebbe partire proprio da questo richiamo… dal “vestito” indossato dal libro. Aiutare un giovane lettore a superare la capacità persuasiva della cover per comprendere cosa si cela subito dopo è un percorso affascinante e divertente. Per comprenderlo basta far vedere un libro ai bambini nascondendone il titolo e chiedendo di indovinare quale, secondo loro, sarà la storia raccontata, chi saranno i protagonisti, quale avventura vivranno… Le loro risposte fantasiose supereranno sicuramente ogni aspettativa. Lo stesso tipo di “caccia all’indizio” si può fare anche lavorando solo sul titolo. Tra l’altro la faccenda del titolo è velata di mistero anche dal punto di vista editoriale perché spesso (e questo è un segreto da “dietro le quinte”) non è quello scelto dall’autore ma è frutto di uno studio basato sulla sua forza di attrazione.

Il processo di anticipazione che parte dal titolo o dalla cover può essere dunque di grande aiuto per incuriosire e accendere la voglia di non fermarsi all’abito esteriore. A questo punto l’ingrediente davvero insuperabile è la voce del docente che quel libro lo ha letto e lo ha amato al punto da lasciarsi conquistare dalle emozioni che ne sono scaturite. Non c’è nulla che abbia lo stesso potere. “Impossibile conoscere tutti i libri!” obietteranno sicuramente alcuni. Vero. Allora partiamo da quelli che conosciamo e poi chiediamo ai nostri alunni di raccontarci quelli che non abbiamo avuto il tempo o l’occasione di leggere. Diamo voce agli studenti affinché possano consigliare la lettura dei libri che hanno apprezzato ai compagni creando un circolo virtuoso in cui ciascuno, con i propri tempi, senta il bisogno di prendervi parte. Diamo lo spazio perché ci dicano anche cosa non hanno apprezzato di quel libro e perché. La critica negativa e motivata ha lo stesso potere persuasivo visto che innesca il dibattito e il confronto di idee.

Va considerato che nella maggioranza dei casi la scelta del libro si consuma in poco tempo, fermandosi sulla cover, sul titolo e non di rado sul numero di pagine con la tendenza a scegliere il volume più sottile. Arrivare alla lettura della presentazione in quarta di copertina sarebbe già un passo avanti, ma non è sufficiente. Ogni autore segue propri stili e tecniche narrative. Può narrare secondo registri più o meno complessi, strutturare i periodi con tipologie sintattiche diverse… Chi ama la lettura sa che a volte si possono incontrare storie che, anche se adorate dalla critica letteraria, non corrispondono al nostro gusto costringendoci a terminarne la lettura con fatica. Lo stesso accade per i nostri studenti con la differenza, però, che una scelta sbagliata potrebbe determinare, nel lettore incerto e più fragile, la generalizzazione di un pensiero negativo: non riesco a terminare questo libro, mi annoia, mi costa fatica leggerlo quindi… leggere fa schifo. Per questa ragione guidare gli studenti ad “assaggiare” i libri prima di sceglierli è davvero importante. Possiamo invitarli a leggere l’incipit (le prime 2-3 pagine) oppure possiamo leggerlo noi per loro aiutando in questo modo anche coloro che hanno disturbi specifici come la dislessia. Possiamo selezionare libri che adottino scelte di grafiche ad alta leggibilità oppure che siano supportate da immagini a seconda delle esigenze dei nostri alunni.

L’inizio di un racconto è paragonabile all’ingresso in una casa nella quale il lettore dovrà trovare qualcosa che lo indurrà a varcarne la soglia permettendo alla porta di chiudersi dietro alle sue spalle. Quando sarà dentro, apparterrà alla storia e al suo intreccio narrativo. Nel momento in cui ne uscirà sarà custode inconsapevole di nuovi saperi, di interpretazioni diverse della realtà, di mondi che non conosceva, di possibilità di realizzazione personale che prima magari non c’erano…

Se pensiamo che tutto questo sarà accaduto solo perché siamo riusciti a mettergli/le in mano il libro giusto… possiamo dire che non ne sia valsa la pena?