Tutti insieme contro il precariato!

Tutti insieme contro il precariato!

Le azioni sindacali cominciano a tradursi in risultati concreti. Veniamo da settimane dense di appuntamenti con personalità di primo piano con le quali si è avuto modo di focalizzare le possibili soluzioni al precariato degli insegnanti di religione. L’obiettivo è uno: quello di rimettere al centro della vita politica i problemi e le storture di un sistema che da anni condanna migliaia di insegnanti ad una condizione di incertezza.

Condizione recentemente denunciata anche dall’avvocato generale della Corte di giustizia europea il bulgaro Evgeni Tanchev, che si è espresso nell’ambito di un procedimento apertosi nel 2015 davanti al Tribunale di Napoli a seguito di ricorso di alcuni insegnanti di religione cattolica di scuole pubbliche italiane iscritti allo Snadir. Questi docenti sono stati assunti con reiterati contratti a termine di durata complessiva superiore a 36 mesi e mai stabilizzati, pertanto l’avv. Tanchev ha ribadito che gli insegnanti di religione cattolica hanno diritto alle stesse tutele degli insegnanti delle altre discipline e che ogni disparità di trattamento assume valenza discriminatoria.

Con queste premesse abbiamo recentemente incontrato in videoconferenza il Sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso per un confronto sul reclutamento degli insegnanti di religione previsto dall’articolo 1-bis della legge 159/19.

Al sottosegretario abbiamo presentato una relazione approfondita che spiega nel dettaglio la condizione ingiusta e discriminatoria che da anni interessa una platea di circa 15.000 docenti. E abbiamo chiaramente ribadito l’urgenza di emendare i commi 1 e 2 dell’art.1bis della legge 159/2019 e cioè di riformulare la tipologia del concorso da ordinario a procedura straordinaria non selettiva per coloro che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio nell’IRC, come già previsto per i docenti di tutte le altre discipline.

Durante l’incontro abbiamo chiesto inoltre che lo scorrimento della graduatoria di merito del 2004 raggiunga il suo completo esaurimento nel prossimo anno scolastico, essendo i posti per l’insegnamento della religione disponili nella misura dei 6.800/7.000 posti.

L’On. Sasso ha ascoltato attentamente le nostre richieste ha, da parte sua, assicurato la volontà di tutelare le condizioni lavorative degli insegnanti di religione cattolica attraverso la loro stabilizzazione professionale. Si è reso, inoltre, disponibile ad indicare alle forze politiche la necessità di riscrivere i commi 1 e 2 della legge 159/2019. Durante l’incontro è stato più volte detto che il precaricato cronico della categoria va assolutamente combattuto e eliminato, e adesso ci sono le condizioni reali per farlo.

Quanto alla procedura di reclutamento che andrebbe a coprire i posti vacanti e disponibili nel prossimo triennio (dal 2021/2022 al 2023/2024), l’On Sasso ha parlato di un concorso per titoli e servizi che preveda una verifica (una simulazione orale di una unità didattica) alla fine dell’anno di prova e di formazione.

A questo proposito, riteniamo molto positiva anche la recente proposta formulata dal Presidente della VII commissione istruzione del Senato, Sen. Riccardo Nencini, di due emendamenti che mirano al definitivo superamento della condizione di precariato dei docenti di religione incaricati annuali.

I due emendamenti al Decreto legge n. 41/2021, meglio conosciuto come Decreto Sostegni 2021, prevedono per i docenti di religione con 36 mesi di servizio, una procedura straordinaria non selettiva per l’assunzione in ruolo e l’incremento annuale nell’arco di un triennio della quota prevista per il ruolo dall’attuale 70% al 90%.

Adesso ci aspettiamo ulteriore attenzione dalle forze politiche, considerato l’obiettivo più volte espresso da diversi parlamentari e dal Governo, di iniziare il nuovo anno scolastico con una sostanziale copertura delle cattedre disponibili in organico con personale stabilizzato.

Lo ribadiamo: il lavoro precario è espressione di una società che mortifica la dignità della persona, non garantendole adeguate tutele giuridiche e va a tutti i costi eliminato.

Lo Snadir continuerà a mettere al centro del proprio impegno i diritti dei lavoratori e a battersi per costruire nuovi modelli di rigenerazione del tessuto sociale e civile nell’etica della responsabilità e nel segno della giustizia e della non discriminazione.