Stipendi differenziati per gli insegnanti? Sarebbe anticostituzionale!

Stipendi differenziati per gli insegnanti? Sarebbe anticostituzionale!

Torna a far discutere il tema dei finanziamenti alla scuola e, soprattutto, la questione degli stipendi agli insegnanti che potrebbero essere differenziati anche in base al territorio dove il servizio viene svolto. Tutto parte da un commento del ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, sulla piattaforma di dialogo promossa da PwC e gruppo Gedi “Italia 2023: persone, lavoro, impresa”. In particolare, Valditara ha dichiarato che la scuola pubblica avrebbe bisogno di nuove forme di finanziamento e che si potrebbe aprire ai finanziamenti privati, anche per coprire gli stipendi dei professori che potrebbero subire una differenziazione regionale.

Dunque, Valditara dichiara due cose destabilizzanti per il sistema scolastico: la prima è che l’istruzione pubblica oltre allo sforzo economico del governo dovrebbe contare sui finanziamenti privati; la seconda è che gli stipendi dei professori potrebbero subire una differenziazione regionale, e quindi chi vive e lavora in una regione d’Italia in cui il costo della vita è più alto potrebbe guadagnare di più: un modo per riaprire il dibattito sull’Italia a due velocità.

Invece di lavorare per l’aumento concreto e sostanziale delle retribuzioni di tutti gli insegnanti si parla di legare i salari al costo della vita nella “gabbia” delle varie realtà socio-economiche. Una proposta chiaramente inaccettabile in quanto in contrasto con l’articolo 36 della Costituzione, secondo cui il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e non fissata in relazione al territorio in cui lavora.

Purtroppo la linea di questo governo è sempre più chiara: è l’autonomia differenziata di cui tanto stiamo parlando. L’autonomia differenziata che dimentica i divari e le disuguaglianze, le scuole situate in contesti sociali ed economici più fragili, le aree territoriali con difficile accesso come le isole minori, le cosiddette scuole a rischio di dispersione scolastica e criminalità minorile, gli edifici scolastici fatiscenti e tanto altro. La scuola di Valditara non è la scuola del merito, è la scuola delle disuguaglianze e delle ingiustizie.

Noi ci opporremo con tutte le forze possibili a questa visione che spacca in due il nostro Paese e l’idea di scuola garantita dalla Costituzione. Il futuro e l’unità del Paese si giocano sulla scuola, è questo il luogo dove andrebbero investite le risorse e le energie migliori. Oggi, domani e sempre.