“TU FARO – IO FARò”: Essere guida nella navigazione online

“TU FARO – IO FARò”: Essere guida nella navigazione online

Quando si parla di giovani e mondo virtuale si sente spesso dire che i ragazzi stanno perdendo il bello di stare insieme, alienati da una realtà che li impigrisce. Vengono accusati di limitare le loro competenze sociali ed emotive stando tutto il giorno incollati allo smartphone.

Il fatto di mantenere i rapporti o addirittura di instaurarne tramite siti e social network non ha però a che fare con la pigrizia giovanile o con la perdita di valori, quanto piuttosto con un cambiamento più profondo all’interno della società perde di valore per far emergere un individualismo sfrenato, dove nessuno è più compagno di strada, ma antagonista di ciascuno.

Posti di aggregazione comunemente intesi quali centri ricreativi, piazze e bar perdono di attrattiva aumentando le distanze tra sé e gli altri. Tutti si incontrano protetti all’intero della loro perfetta vetrina, ingannevole involucro di frustrazione per non sentirsi come gli altri. Conoscersi reciprocamente diventa difficile quando, ancor prima, risulta fragile la conoscenza della propria persona: mi piace un determinato modo di vestire perché lo sento mio o perché è di moda? Posto una determinata foto profilo perché mi rappresenta o perché così fan tutti?

Oggi giorno viviamo in quella che Bauman definiva “società liquida”, nella quale il concetto di comunità. L’aspetto sicuramente più deviante è l’esigenza esasperata di mostrare soltanto il meglio di, séenza mai potersi concedere un aspetto di umana fragilità, incertezza o dubbio. L’enorme paradosso è che, nonostante si parli di società globale in cui è possibile essere sempre “connessi”, le persone si sentono sempre più sole. Giovani e meno giovani sono quindi avvolti dalla paura di non essere abbastanza o di cadere nella trasparenza. Mille sono i dubbi alla base di queste paure: nell’incontro faccia a faccia sarò veramente in grado di reggere l’immagine ideale postata in facebook, instagram o twitter? E se mi tremasse la voce, se mi mancassero le parole o se semplicemente mi sentissi annoiato dalla presenza di quella persona? Come potrei uscirne?

Esopo diceva “è facile essere coraggiosi a distanza di sicurezza”. Tenere la giusta distanza è molto importante ed è quello che molti cercano in una relazione, persino in quella con sé stessi, ma la cosa dev’essere ben calibrata. Per citare un altro noto personaggio greco, Aristotele, con il suo concetto “l’uomo è un animale sociale”, ci aiuta a comprendere come la socialità nell’essere umano sia un istinto primario.

Se consideriamo che tale esigenza viene ricercata in qualsiasi modo anche tramite il mondo virtuale, dobbiamo allora tenere a mente in primis che la relazione umana è caratterizzata da istinto, intuizioni, sensazioni che ci possono aiutare soprattutto se poniamo attenzione al linguaggio non verbale. È questo aspetto che più difficilmente il mondo del web riesce ad imitare: sicuramente uno “smile” non può sostituire l’espressione di un volto umano né tanto meno i sentimenti che prova una persona reale o tutti quegli istinti supportati dai cinque sensi.

I ragazzi hanno bisogno del nostro essere adulti per comprendere i segnali provenienti dalle loro sensazioni. Insegnargli ad ascoltare sé stessi e ciò che è adatto alla loro persona, significa dotarli di strumenti utili ad una navigazione in mare aperto. La loro pancia, ancora prima della loro testa, può essere il faro all’interno dell’infinito online. I giovani non hanno bisogno di divieti, lunghi discorsi sul come funzionava una volta o su ciò che stanno perdendo. I ragazzi hanno bisogno di sperimentare ciò che la società offre loro, imparando a conoscerla per poi saperne gestire le dinamiche positive così come quelle negative.

Rassicurarli e permettere loro di esprimere paure e insicurezze è il primo passo per impedire che possano confondere il mondo virtuale con quello reale. Mettere questi due mondi a confronto, sperimentarli entrambi, comprenderne i limiti, ma riconoscerne anche le risorse, significa trasmettere ai giovani che nell’incontro dal vivo molte aspettative potrebbero essere disilluse, ma quando l’esperienza sarà positiva, il virtuale non riuscirà mai a superare l’esplosione di profumi,odori e attrazioni del reale.