“Se lo psicologo non dà consigli, che ci vado a fare?” L’aiuto della bussola per sapersi orientare

“Se lo psicologo non dà consigli, che ci vado a fare?” L’aiuto della bussola per sapersi orientare

“Dottoressa, ho deciso di venire da lei per avere un consiglio su cosa fare. Non so proprio come decidere. Me lo dica lei!”

Questa è una delle frasi più ricorrenti in prima seduta, quando il paziente alle prime armi spera di trovare facilmente e soprattutto velocemente una risoluzione alla propria situazione problematica.
La persona sta infatti soffrendo e molto spesso, sperando che la cosa riesca a passare in modo autonomo, ha atteso più a lungo possibile prima di chiedere un aiuto esterno. C’è quindi una normale tensione costituita dalla fretta e dalla speranza che le cose vadano apposto prima possibile, ma purtroppo come dice un vecchio proverbio “veloce e bene, poco si conviene”. Rifarsi ad uno psicologo non significa trovare risposta alla propria problematica in modo immediato, bensì rappresenta la possibilità di confrontarsi con un esperto del cambiamento, affinché quest’ultimo sia possibile all’interno di una situazione critica o dolorosa che ci appartiene.
Mi piace pensare alla figura dello psicologo come ad una bussola, non dice dove andare, bensì mette in evidenza le diverse possibilità di direzione, lasciando alla persona la libera scelta su dove dirigersi.
Il fatto di essere così liberi nella scelta di questa direzione, può essere per qualcuno frustrante, in quanto sicuramente sarebbe più facile se qualcuno scegliesse per noi, ma questo comporterebbe una conseguenza negativa, ossia che alla scelta successiva il problema si riproporrebbe: nuovamente qualcuno dovrebbe prendere una decisione al posto nostro.

Se quindi lo psicologo non dà consigli, cosa fa?
Gli psicologi rendono il paziente autonomo.
Cosa significa questo? Essere autonomi significa prendere in considerazione le diverse caratteristiche di una determinata situazione, valutare le proprie risorse e limiti all’interno di quella problematica, essere consapevoli delle possibili conseguenze ed infine fare una scelta libera (indipendente soprattutto dal peso dell’opinione altrui) assumendosi la responsabilità, nel bene e nel male, di quello che questa decisione comporterà.
Detta così potrebbe risultare semplice, un buon amico allora potrebbe bastare nel prendere questa decisione, ma in realtà questa scelta è spesso condizionata da fattori di cui non siamo consapevoli, lo psicologo aiuta soprattutto a mettere in evidenza questi aspetti inconsci.
Permette quindi di ampliare il ventaglio delle opzioni possibili, scoprendo gli aspetti più nascosti alla nostra coscienza, potendo vedere la situazione da diversi punti di vista in modo da poter scegliere il meglio per sé stessi, senza cadere in un consiglio preconfezionato che a priori non può essere universale e generalizzabile a chiunque.

L’altro aspetto essenziale riguarda il fatto che tutto ciò viene racchiuso in uno spazio sicuro, in cui poter concedersi di essere vulnerabili, lasciando andare le tipiche modalità di autodifesa che siamo soliti tenere con le persone, consci del fatto di trovarci in un ambiente totalmente neutro e non giudicante.
Lo psicologo ascolta in modo attivo, ossia permette di ampliare la riflessione, senza giudizi o aspettative, in modo totalmente incondizionato, accettando anche pensieri difficilmente esprimibili o facilmente giudicabili all’esterno quali paure, desideri che spesso non concediamo di ammettere nemmeno a noi stessi.
Una volta emersi questi pensieri e sentimenti, consci o inconsci, lo psicologo aiuta a riordinarli, e organizzarli in base a prospettive che prima non erano state contemplate.
In seduta, una volta ben immersi nell’argomentazione della situazione, accade spesso di sentire dire “non ci avevo mai pensato” e altrettanto spesso, da questa semplice affermazione, può nascere la soluzione. Ecco allora che diventa possibile arrivare a quella decisione, che prima avevamo sperato di trovare in un consiglio esterno.
Sperare di trovare facili consigli è quindi controproducente perché non permette una crescita positiva ed evolutiva della persona, che se si sente di poter procedere solo attraverso le decisioni altrui, significa che si sentirà sempre al punto di partenza, disorientato e immerso nel dubbio su cosa fare.
La psicoterapia in particolare aiuta ad imparare, ossia a conoscere le proprie risorse aumentando il senso di validità della propria persona, rafforzando il concetto di sé e la propria autostima, percependosi quindi più capaci e decisi di fronte alle continue scelte che la vita ci pone.
Quando ci sentiamo in crisi dovremmo pensare all’etimologia di questa parola, ossia dal greco krísis ‘scelta, decisione’ e conseguentemente valutare l’importanza di saper scegliere per sé stessi.
Sicuramente davanti ad ogni bivio risulterà più facile prendere una decisione con l’aiuto di una valida bussola che, come detto sopra, piuttosto che contrassegnare la destinazione o il percorso da seguire, possa aiutare ad orientarsi nella propria piena libertà.
Lo psicologo è proprio questo, una valida bussola da tenere in tasca ed estrarre quando si percepisce il bisogno di un confronto per poter proseguire nel migliore dei modi nel prossimo passo evolutivo.