Riscoprire il valore della vita… Ragazzi sui binari per un selfie

Riscoprire il valore della vita… Ragazzi sui binari per un selfie

Al rientro da Firenze in treno per un’attività con gli alunni veniamo fermati ad una stazione per circa un’ora. Motivo? C’erano dei ragazzi sui binari che tentavano di farsi un selfie. Quasto è quanto mi ha raccontato il capotreno ed è stato confermato dalle telecamere di sorveglianza della ferrovia, che hanno immortalato il gruppetto mentre, telefoni alla mano, arrivava sui binari e si sistemava in attesa del primo treno in arrivo, per scattare il selfie o fare il video da mettere su instagram.

“E il gioco, – scrivono i giornali – più che una prova di coraggio, è un tentativo di suicidio. I poliziotti questo lo dicono all’adolescente, quando lo accompagnano a casa, davanti a genitori terrorizzati e sconvolti. Una famiglia normale. Un bambino normale che ha seguito la moda.

La Polfer sta cercando gli altri componenti di questa e altre bande che per un like rischiano di morire travolti da un treno in corsa a oltre 200 chilometri all’ora. E’ la moda del momento… In Trentino due ragazzi si sono agganciati all’ultimo vagone del treno in corsa lasciando il loro timbro di riconoscimento e facendosi immortalare da un drone mentre facevano la bravata.

Cosa succede ai nostri ragazzi? Se aggiungiamo le bevute del sabato sera, il fumo, lo spaccio dei sostanze illecite, i salti da un tetto all’altro di grattacieli, le sfide all’autosoffocamento, l’attesa delle auto sdraiati sull’asfalto per spostarsi all’ultimo istante; tutti gesti da immortalare SEMPRE in un selfie da mettere in rete per renderli pubblici e visibili a tutti. E’ questa l’aspetto nuovo che fa si che queste “sfide”, queste “bravate” vengano ampliate: io faccio qualcosa per essere visto, seguito dagli amici, diventare famoso.

La ricerca di sensazioni forti, la protesta verso il mondo degli adulti, il senso di vuoto può portare a queste esagerazioni, ma – come dicevano gli antichi – “a tutto c’è un limite” e qui il limite manca a causa di una incapacità di responsabilità e non consapevolezza del rischio verso se stessi e gli altri. Qui c’è da fermarci un attimo sia noi insegnanti che i genitori e capire e far capire a questi ragazzi che è giusto conoscere il rischio che si corre.

Vale più un selfie di fronte ad un treno, una bravata qualsiasi… o la mia vita e quella delle altre persone. Penso che qui, senza scoraggiarci, bisogna ripartire dalle fondamenta: riscoprire il valore della vita.