Per una lettura biblica del tempo di quaresima: tempo di speranza

Per una lettura biblica del tempo di quaresima: tempo di speranza

Il tempo di quaresima, itinerario di quaranta giorni che conduce al Triduo pasquale, memoria della passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo, cuore del mistero di Salvezza, è un tempo forte di rinnovamento spirituale; è il momento favorevole per compiere un cammino di vera conversione; è una via da percorrere per incontrare, accogliere e seguire la novità del Vangelo; è un periodo di cambiamento e di pentimento in cui ogni uomo è chiamato a tornare a Dio, con tutto il cuore, per non accontentarsi di una vita mediocre.

Il numero quaranta, profondamente simbolico, esprime il tempo dell’attesa, della purificazione, della fedeltà di Dio alle sue promesse, del ritorno al Signore e contraddistingue l’esperienza di fede del popolo di Dio che caratterizza l’Antico e il Nuovo Testamento, esso richiama i quaranta giorni del diluvio universale; i quaranta giorni di cammino del profeta Elia per raggiungere il monte Oreb dove incontra Dio; i quaranta giorni accordati a Ninive per convertirsi in seguito alla predicazione penitenziale di Giona; i quaranta giorni trascorsi da Mosè sul Monte Sinai in attesa del dono della Legge; i quarant’anni passati dal popolo ebreo nel deserto prima di giungere alla Terra Promessa; i quarant’anni del regno di Saul, di Davide e di Salomone; i quarant’anni di pace di cui gode Israele sotto i giudici; i quaranta giorni di digiuno vissuti da Gesù di Nazareth prima di iniziare la sua vita pubblica; i quaranta giorni trascorsi da Gesù risorto con i suoi discepoli prima dell’Ascensione al Cielo e del dono dello Spirito Santo.

Quaranta sono i giorni che ogni cristiano, durante la quaresima, ha a disposizione per riconoscere nella quotidianità il Cristo, per dialogare  con se stesso e  per  abbandonarsi, con umiltà e gioia, davanti a Dio intraprendendo un cammino che non si ferma alla croce ma guarda oltre, verso la resurrezione.

Nella nostra società secolarizzata e sempre più laicizzata, costellata da inquietudini e paure, nella quale il presente appare spesso faticoso ed il futuro incerto, abbandoniamo le consuetudini che ci tengono ancorati alle abitudini e viviamo coraggiosamente il cambiamento a cui ci invita il tempo di quaresima intraprendendo il viaggio della vita alla sequela del Cristo Risorto che donerà la forza di superare la tentazione dell’egoismo che ci vuole far vivere pensando solo a noi stessi ed escludendo gli altri dal nostro cuore e dalla nostra mente; la tentazione della pigrizia che ci vuole allontanare dai nostri doveri quotidiani  e non ci permette di far fruttificare i talenti che il Signore ci ha donato; la tentazione della superbia che ci fa vivere ogni dono di Dio come strumento per aumentare il nostro prestigio, la nostra gloria e la nostra posizione sociale; la tentazione dell’intemperanza che ci fa impiegare in modo inadeguato i beni che il Signore ci ha donato per noi e per i nostri fratelli. Il cristiano che crede in Gesù crocifisso e risorto è chiamato, dunque, a vivere il cammino quaresimale come il tempo della speranza, un tempo in cui Gesù stesso ci indicherà la rotta guidandoci verso una meta nella quale ciascuno si scoprirà messaggero di speranza, quella speranza autentica che, come  ricorda Papa Francesco, « non è semplice ottimismo, ma è molto di più.  Affonda le sue radici nella vita nuova che abbiamo ricevuto in Gesù Cristo … La speranza ci rende capaci di confidare nelle promesse di Cristo, nella forza del suo perdono, della sua amicizia, del suo amore, che apre le porte a una vita nuova. Proprio quando vi imbattete in un problema, in un insuccesso, quando subite una battuta d’arresto, ancorate il vostro cuore in questo amore, perché esso ha il potere di cambiare la morte in vita e di scacciare ogni male».