Non si vede bene che col cuore… L’importanza dell’amicizia fulcro della vita di bambini e ragazzi e sostegno essenziale nella vita degli adulti.

Non si vede bene che col cuore… L’importanza dell’amicizia fulcro della vita di bambini e ragazzi e sostegno essenziale nella vita degli adulti.

Il 30 luglio, tra le pagine di un’estate che ha il sapore della rinascita, ricorre la Giornata Internazionale dell’amicizia. L’amicizia rappresenta una delle tematiche più trattate da film, racconti, canzoni… è il fulcro della vita di bambini e ragazzi e sostegno essenziale nella vita degli adulti. Ma perché ha tutta questa rilevanza?
Antoine de Saint-Exupéry, nel suo libro “Il Piccolo Principe” ha cercato di spiegarlo attraverso l’immagine di un bambino solitario in viaggio alla ricerca di amici. Durante l’incontro con una volpe, scopre che per poter stare con lei deve addomesticarla, cioè deve riuscire a creare dei legami.
«Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo». Con queste parole l’animale spiega al Piccolo Principe ciò che prima di tutto caratterizza l’amicizia: la reciprocità che nasce dal bisogno. L’uomo non è fatto per restare da solo. La spinta verso l’altro è la risposta ad un impulso atavico motivato dalla maggior probabilità di sopravvivenza, ma anche da un’esigenza interiore dovuta alla costruzione della propria identità.
Gli studi pedagogici attuali puntano molto su ambienti educativi che consentano la maturazione di life skills cioè di competenze per la vita. Tra queste vi è anche quella di essere capaci di avere relazioni efficaci. Ciò significa: saper affermare sé stessi; dichiarare i propri bisogni e le proprie opinioni nel rispetto degli altri; creare un contatto emotivo utilizzando l’empatia. Questa capacità di relazionarsi nasce gradualmente fin dalla prima infanzia ed è costruita soprattutto attraverso il rapporto con i pari cioè tramite quella che chiamiamo amicizia. I bambini piccoli tendono a categorizzare tutti coloro che li circondano come “amici”. Per loro l’amicizia è sostanzialmente la condivisione di momenti di gioco e di esperienze. Con la crescita le dinamiche relazionali diventano più complesse e l’amicizia acquisisce caratteristiche diverse perché si comprende che i legami costruiti con gli altri non sono tutti uguali: alcuni sono più forti, altri più fragili. È attraverso queste relazioni che bambini e ragazzi acquisiscono consapevolezza di sé stessi. In questa fase, perciò, diventa importante creare e mantenere legami, ma anche essere in grado di interrompere relazioni inadeguate. Comincia ad essere chiaro anche il fatto che non è facile avere degli amici. «Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici» spiega la volpe al Piccolo Principe svelando una visione che ha il gusto amaro della verità, ma non della profezia. Quando il bambino le chiede cosa bisogna fare per avere degli amici, infatti, sarà proprio lei a suggerirgli che la soluzione sta nell’essere pazienti perché l’amicizia nasce da piccoli passi, dall’attesa dell’altro, dal prendersi cura, dall’ascolto… Non si può partire dalla pretesa che avere degli amici sia un diritto acquisito. Le relazioni con gli altri vanno costruite mettendosi in gioco e uscendo dal proprio egocentrismo. L’amico non è colui che soddisfa i nostri bisogni, ma è colui con il quale costruiamo una relazione bidirezionale in cui ciascuno dona una parte di sé stesso in termini di tempo, di spazio, di affetti e di emozioni.
Riflettere con i giovani sul tema dell’amicizia, perciò, diventa un modo per aiutarli a diventare capaci di costruire relazioni con gli altri in un’ottica di apertura verso l’esterno che vada oltre il mero individualismo. Significa anche porre le basi per una società futura che sappia superare quella cortina di superficialità che sembra permeare i rapporti umani. Il segreto di cui è portatrice la volpe del racconto di Saint-Exupéry è che «non si vede bene che col cuore» perché «l’essenziale è invisibile agli occhi».
Non ci sono parole migliori per definire l’amicizia.