La scuola luogo di crescita, di incontro, di conoscenza reciproca

La scuola luogo di crescita, di incontro, di conoscenza reciproca

Il costrutto di “Comunità educante” risponde adeguatamente alla filosofia di fondo dove la pluralità dei soggetti è una condizione della qualità dell’azione educativa, oltre che stare alla base del “Patto di corresponsabilità educativa”. La famiglia viene considerata il primo contesto formativo del bambino e la scuola il primo luogo di socializzazione in cui la formazione viene sistematizzata.

Nel momento in cui il bambino entra a scuola avviene, tra genitori e insegnanti, un primo confronto sull’idea di bambino nel tentativo di e-ducere, di portare cioè allo scoperto e valorizzare tutte quelle potenzialità che gli permetteranno di affrontare nel miglior modo possibile la vita. Viene spontaneo chiedersi: “il campo chi lo conosce meglio il contadino o l’agronomo?”  bisogna rispondere “tutti e due”, perché entrambi, anche se da punti di vista diversi, possono dare il loro contributo di conoscenza.   Quindi coniugare il sapere situato dei genitori con il sapere formale degli insegnanti deve essere la strada da percorrere per instaurare un processo cooperativo e consapevole, a favore di un armonico sviluppo psicologico e cognitivo dei bambini. Nell’incontro tra i due sistemi educativi diventa possibile delineare le reciproche aspettative. Il rapporto scuola-famiglia costituisce il fondamento su cui si sostiene l’impianto formativo. In questo rapporto i genitori, per il fatto di avere generato i figli, sono i primi responsabili della loro educazione. Sono tenuti per obbligo a educarli e quindi sono da riconoscere come i loro primi e privilegiati educatori; per questo trovano una collocazione qualificata all’interno della comunità educante quali titolari del diritto di educazione e di istruzione sancito da un patto educativo.

La scuola è una comunità educante di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, improntata e informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza attiva e responsabile, la realizzazione del diritto all’educazione attraverso lo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i princìpi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, approvata dall’ONU il 20 novembre 1989, e con i princìpi generali dell’ordinamento italiano.

 Appartengono alla comunità educante il dirigente scolastico, il personale docente ed educativo, il DSGA e il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, nonché le famiglie, gli alunni e gli studenti che partecipano alla comunità nell’ambito degli organi collegiali previsti dal d.lgs. n. 297/1994. Pertanto, se la relazione è incontro, accoglienza, la reciprocità si evidenzia come strumento che esalta le individualità a beneficio della comunità.

L’alleanza educativa tra scuola e famiglia racchiude il ruolo della reciprocità per un interesse comune: educare gli alunni come persone attraverso l’apprendimento. Allora la relazione diventa valore permeante, il valore aggiunto che qualifica il contenuto dell’incontro, con riflessi positivi su quanto succederà di conseguenza. La relazione è un incontro che avvia il suo sviluppo già dal modo in cui le persone si accolgono, manifesto dello spessore culturale, sociale, umano e della capacità di prevenire i conflitti e di valorizzare le occasioni di vantaggio individuale e collettivo. La reciprocità è dunque lo strumento per costruire relazioni stabili tra i diversi componenti della comunità educante, improntate alla partecipazione attiva e consapevole, alla correttezza e trasparenza dei comportamenti, al dialogo costruttivo, alla reciproca considerazione dei rispettivi diritti ed obblighi, nonché alla prevenzione e risoluzione dei conflitti.