LA SCIENZA, LAMA A DOPPIO TAGLIO: QUALE IL SUO FUTURO?

LA SCIENZA, LAMA A DOPPIO TAGLIO: QUALE IL SUO FUTURO?

Ne parliamo con Guido Tonelli, fisico, docente all’Università di Pisa, che al CERN di Ginevra ha lavorato anche alla scoperta del bosone di Higgs

La scienza non è onnipotente e non bisogna lasciare gli scienziati da soli quando ci sono delle scelte che riguardano l’intera comunità umana. A dirlo è uno dei più importanti scienziati italiani, Guido Tonelli, fisico, docente all’Università di Pisa, che al CERN di Ginevra ha lavorato anche alla scoperta del bosone di Higgs.
A Tonelli abbiamo chiesto di anticiparci qualche riflessione a partire dal titolo dell’incontro: “Quale scienza per il futuro”?
Lo abbiamo verificato tutti durante la pandemia come nella società attuale la scienza giochi un ruolo centrale. Ma la scienza è fondamentale anche a prescindere dall’emergenza. Se osserviamo i Paesi che si contendono l’egemonia e la leadership del mondo, sono tali perchè all’avanguardia sul piano della conoscenza. Nel secolo scorso aveva potere chi deteneva le grandi risorse materiali, le energie: oggi il vero potere è di chi detiene la conoscenza. Per questo in scienza e conoscenza c’è la chiave per il futuro.
Scienza può voler dire tante cose: come la dobbiamo intendere?
Con la meccanica quantistica nel nostro secolo si sono fatti passi avanti decisivi per l’interpretazione della materia e dell’origine dell’universo. Passi enormi per la conoscenza: ma allo stesso tempo ci si è resi conto che le ricadute sulla tecnologia hanno permesso di modificare radicalmente tutta la società. Se oggi noi usiamo il cellulare è perché si è capito come funziona la materia sul piano microscopico. Così come negli ospedali dove si riescono a fare cose impossibili prima: grazie alla capacità di padroneggiare la materia sono cambiate tante cose. 
E’ cambiato anche il clima però a forza di padroneggiare sul mondo.
Qui si apre un’altra questione: ci stiamo rendendo conto oggi del forte impatto della presenza umana sul pianeta. Sono saltati gli equilibri, come quelli biologici da cui deriva la pandemia attuale. Ci rendiamo conto però tardi dei danni: con il clima attuale stiamo pagando l’inquinamento perpetrato fino ad oggi. Anche in questo caso sarà la scienza a darci delle indicazioni su come cambiare rotta e possibilmente cercare di riparare i danni già fatti. 

Quanto è pericoloso il senso di potere insito nelle capacità della scienza di intervenire per modificare il mondo e risolvere problemi?
La scienza può essere una lama a doppio taglio. Da una parte è uno strumento per migliorare le relazioni umane e costruire società più giuste ed equilibrate. Dall’altra può essere usata da un pugno di persone per aumentare il loro potere o capitale e aumentare le ingiustizie. Tale questione non può essere risolta dalla scienza: devono entrare in campo altre discipline. Alcune soluzioni scientifiche possono essere controproducenti per l’umanità. Non tutto ciò che si può fare, dal punto di vista tecnico scientifico, è legittimo si faccia. Basti pensare alle manipolazioni genetiche. La comunità umana deve trovare la forza di fermarsi, ogni tanto, e discutere. Collettivamente: non solo i governi, ma il cittadino comune chiamato ad avere consapevolezza e conoscenza dei problemi. In ogni caso gli scienziati non devono essere lasciati da soli a decidere: per quanto la scienza è potente nel trovare soluzioni a problemi specifici non ha la capacità di rispondere puntualmente a questioni politiche e a scelte cruciali. Ci vogliono i politici, i filosofi, gli uomini di chiesa, i giuristi: la comunità umana è complessa e complesse sono le risposte. La scienza non è onnipotente.
Cosa direbbe ad un no-vax che pensa di avere motivazioni scientifiche contro i vaccini?
Non gli direi nulla. Lo porterei negli ospedali, nelle terapie intensive. Posso capire tutte le sue perplessità, ma in questo momento 9 persone su 10 nelle terapie intensive sono non vaccinati. Fanno quindi un danno a se stessi e agli altri non rendendosi conto della realtà.
A cosa sta lavorando attualmente al CERN?
Ad un sogno. Assieme ai collaboratori e ai ragazzi in gamba che fanno ricerca stiamo cercando di vedere se ci sono delle anomalie nei dati, raccolti a Ginevra, che possano indicare la presenza di materia oscura. Siamo alla ricerca di quelle particelle che potrebbero spiegare un quarto della massa dell’universo. E’ un sogno per il momento, non sappiamo se sarà realizzato.
Ma sognare fa bene.