La difesa degli ultimi nella pedagogia di Don Milani

La difesa degli ultimi nella pedagogia di Don Milani

“Non dovrebbe preoccuparsi di come bisogna fare per fare scuola, ma solo di come bisogna essere per fare scuola. (Don Milani). In questi mesi, come tutor di una collega, ho avuto la necessità di riprendere in mano gli scritti di don Lorenzo Milani. E’stato un percorso interessante che mi ha permesso di capire meglio alcune sfumature del suo metodo educativo che a prima vista non si riesce a cogliere. Lui non diceva “poverini questi ragazzi sono figli di contadini e cosa vuoi che imparino”, al contrario era molto severo e pretendeva da loro il massimo impegno perché dovevano prepararsi alla vita e alle sue difficoltà. Lui ha sempre pensato che la scuola fosse troppo di classe e slegata dalla realtà. Il bellissimo libro, Lettera ad una professoressa, nasce dalla rabbia avuta per la ingiusta bocciatura di alcuni suoi ragazzi che, nonostante fossero ben preparati, non furono ammessi da chi aveva impostato l’esame solo su cose teoriche e “inutili”.

Don Milani ha spesso insistito sulla parola Consapevolezza. La faceva emergere durante le lezioni pomeridiane prese dagli articoli del giornale. Sceglieva gli argomenti utili per insegnare ai ragazzi a ragionare sulle notizie, ad essere critici, per formare in essi una coscienza consapevole di ciò che avrebbero dovuto affrontare. Lui aspettava sempre gli ultimi e chi era in difficoltà. Non lasciavano mai nessuno indietro e se qualcuno aveva difficoltà veniva preso per mano e portato a livello degli altri. Don Milani accusa la scuola italiana di privilegiare i ricchi e i bravi a discapito dei più deboli che spesso venivano umiliati.

Allora ecco la sua idea come ho scritto su un mio libro: “La proposta è quella di una scuola nuova dove non si bocciano quelli che sembrano cretini perché, come riportato in Lettera ad una professoressa, agli svogliati basta dare uno scopo. A Barbiana lo studio si svolgeva in modo collettivo e tutti gli allievi venivano responsabilizzati e l’insegnante diviene la guida di un lavoro efficace. Questo metodo dovrebbe produrre una scuola veramente giusta dove si realizzi un’uguaglianza socio-culturale, in cui rientrino anche i ragazzi diversi” 1

  1. Francesconi A, Percorsi creativi, Edizioni Cinque Marzo, Viareggio 2018. Pag. 135.
    Per approfondire consiglio: Gesualdi M, Don Lorenzo Milani, l’esilio di Barbiana, Paoline 2017.