IL SISTEMA PREVENTIVO NELL’ATTIVITÀ DIDATTICA

IL SISTEMA PREVENTIVO NELL’ATTIVITÀ DIDATTICA

“In ogni giovane, anche il più disgraziato, vi è un punto accessibile al bene, è dovere primo dell’educatore ricercarlo”. (Don Bosco)

Il sistema preventivo è stato inventato e at- tuato con grande maestria da don Bosco uno dei più grandi educatori e pedagogisti italiani. Consiste nel cercare di prevenire gli errori piuttosto che punire. Per applicarlo occorre anticipare le esperienze negati- ve dei ragazzi, e favorire al massimo in loro le esperienze positive. È necessario aiutare il ragazzo a capire perché sta sbagliando, senza ricorrere a delle punizioni umilianti per chi le riceve (note, ricreazione in classe, compiti in più). Per attuarlo occorre credere che qualsiasi persona, anche la più insolente, sgarbata, può cambiare ed è capace di migliorare.

Se un ragazzo disturba la lezione, non ascolta è inutile mandarlo fuori, urlargli, sgridarlo… bisogna ascoltarlo per capire cosa ci sta dicendo con quel comportamento. Per esempio quando capita che un ragazzo disturbi, io lo prendo da parte a fine lezione e trovo un tempo, anche breve, da dedicargli per affrontare il problema, sempre facendogli capire che noi gli vogliamo bene e che vogliamo il suo bene!

Al contrario c’è anche il metodo punitivo da sempre usato: sospensioni, note, rapporti. Nel momento in cui un insegnante, un educatore, un genitore usa questo metodo – nella maggior parte dei casi – mostra tutta la sua debolezza, crea un rapporto conflittuale non solo con l’individuo punito, ma anche con i componenti la classe e, se in famiglia, con i fratelli o le sorelle con cui la persona punita può dimostrarsi gelosa.

Ricordo che un mio compagno di classe veniva spesso punito e un supplente escogitò un sistema che riteneva infallibile: mettere il ragazzo contro il muro per tutta la ricreazione. Purtroppo ogni volta che succedeva, al rientro in classe, il mio compagno si comportava peggio di prima! Se vogliamo la confidenza, la sincerità dei ragazzi non possiamo rapportarci con loro “dalla cattedra”, ma è necessario far capire l’errore, ragionare sulle conseguenze delle loro azioni.

Don Bosco, che ha formato mirabilmente migliaia di persone, ripeteva spesso ai suoi educatori: “Ricordatevi che l’educazione è cosa del cuore. Chi sa di essere amato, ama. Chi è amato, ottiene tutto, specialmente dai giovani”. È questo il segreto di ogni educazione, fare in modo che la persona con cui fai un cammino di crescita ti ascolti, ti accetti; a quel punto riesci ad ottenere tanto. Il fondamento del suo sistema è l’amore cristiano, oblativo nei confronti dei giovani. Io nei miei 25 anni di insegnamento ho sempre usato il sistema preventivo e , vi confesso, ho ottenuto dei buoni risultati. Posso dire di non aver mai scritto una nota e questo mi ha permesso di “costruire” un’autentica relazione educativa fatta di confidenza, empatia, collaborazione.