Il lavoro sommerso degli insegnanti: oltre 1600 ore annue

Il lavoro sommerso degli insegnanti: oltre 1600 ore annue

Secondo l’ultimo rapporto della rete Eurydice su stipendi e indennità di insegnanti e capi di istituto in Europa, l’Italia si conferma ancora una volta indietro rispetto alla media europea per quanto riguarda le retribuzioni degli insegnanti. Del resto, il contratto scuola 2019-2021 è ormai scaduto da un triennio e le risorse stanziate per il suo rinnovo si attestano su cifre davvero irricevibili (88 euro lorde).Siamo reduci da due anni scolastici complessi in cui gli insegnanti hanno dato il meglio di sé senza mai risparmiarsi sotto ogni profilo e contribuendo anche con risorse proprie a tenere aperti i canali dell’istruzione in ogni modo.

Eppure nel PNRR non sono previste risorse da destinare all’aumento stipendiale. Tali risorse dovranno invece essere stanziate dalla legge di Bilancio in vista del rinnovo contrattuale. Il problema è che dal Documento programmatico della Legge di Bilancio, approvato dal CdM per essere inviato a Bruxelles, giungono numeri poco confortanti.
Nella legge di fine 2021 approntata dall’esecutivo Draghi, infatti, non sembrano esservi risorse ulteriori rispetto agli 80-85 euro lordi già messi in cantiere per il rinnovo del contratto scaduto ormai da tre anni. Ci si ferma ai finanziamenti previsti per tutto il pubblico impiego.

Insomma, si tratterà ancora una volta di un’elemosina che calpesta la dignità e la professionalità di chi svolge questo lavoro con passione e profonda dedizione.
Andrebbe poi considerato tutto quel “lavoro sommerso” di cui non si parla e a cui è stata recentemente dedicata una ricerca, commissionata dalla giunta provinciale dell’Alto Adige, con la quale è stato dimostrato che i docenti, in realtà, lavorano circa 1643 ore annue, circa 36 ore a settimana per 45 settimane.

Lo studio ha riguardato 5.200 docenti sul totale di 7.400 della provincia trentina. Secondo lo studio, i docenti di ruolo lavorano 1.660 ore in un anno, mentre i supplenti 1.580 ore. Coloro che maggiormente svolgono lavoro sommerso sono i docenti delle scuole superiori, con 1.677 ore annue totali. I prof della media lavorano 1.630 ore. Tra gli impegni “sommersi” dei docenti si annoverano: formazione, preparazione lezioni, colloqui con i genitori, riunioni varie, preparazione lezioni, correzione verifiche scritte, compilazione registri, ecc. In questi anni si sono, inoltre, aggiunte incombenze che riguardano i BES, le prove Invalsi, i GLO, nonché l’aggiornamento che ha riguardato l’adeguamento all’utilizzo di nuovi strumenti informatici per la vita burocratica e didattica dei docenti.

Un modo per recuperare, almeno in parte, la valorizzazione economica dell’impegno lavorativo di tanti insegnanti è quello che passa attraverso la contrattazione d’istituto attuata dalle RSU (Rappresentanze sindacali unitarie), presenti in ogni scuola. In occasione della prossima scadenza elettorale per il loro rinnovo sarebbe utile e importante che anche gli insegnanti di religione, come negli anni passati, si rendessero disponibili a portare la sigla FGU-SNADIR all’attenzione dei propri colleghi. Sarebbe bello che in ogni scuola d’Italia un insegnante di religione si proponesse per collaborare alla tutela giuridica ed economica dei propri colleghi. E’ un tema sul quale dobbiamo tenere aperto il confronto anche all’interno del nostro sindacato nei mesi che verranno: il lavoro è fondamentale non solo per i suoi aspetti economici ma anche per il suo valore etico.