“DRIIINN: SI SALVI CHI PUÒ! La figura dello psicologo nel mondo della scuola /1

“DRIIINN: SI SALVI CHI PUÒ! La figura dello psicologo nel mondo della scuola /1

“Sostenere il corpo docente e gli alunni, offrendo un intervento fatto di strumenti concreti, significa garantire agli insegnanti, e di riflesso a tutti i ragazzi, un miglioramento relazionale e conseguentemente di apprendimento”

Ogni settembre inizia la scuola, mille sono gli aspetti da curare per la riapertura e tra questi anche la presenza dello psicologo.
Lavorando nell’ambito scolastico noto purtroppo che in molti istituti il supporto psicologico viene proposto e offerto verso la metà dell’anno scolastico, trasmettendo in questo modo, sia ai giovani che alle loro famiglie, il messaggio secondo cui il supporto psicologico è una cosa utile, ma meno indispensabile rispetto ad altri aspetti. 
Come professionista ritengo che questo ritardo vada a complicare una serie di altre dinamiche, tra cui l’opportunità per il professionista di poter familiarizzare con il contesto scolastico rendendosi noto sia agli alunni che ai docenti.
Possiamo immaginare quanto sia fondamentale potersi fidare di una figura prima di riuscire a chiedere un aiuto concreto quindi, inserire tardi l’esperto esterno, conduce ad un meccanismo che causa la vera attuazione del servizio solo nella seconda parte dell’anno. L’esperto inizia tardi, ragazzi e docenti valutano il professionista che hanno di fronte, si chiedono se sia una buona idea chiedere un aiuto, provano a contattarlo e poi, solo poi, decidono nel caso di rifarsi all’esperto. 
I mesi nel frattempo sono passati, le dinamiche emergono urgenti e tutti chiedono aiuto dalla primavera quando, respirando già la fine della scuola, si resta soltanto con la considerazione “se avessi chiesto aiuto prima”. 
Non ci si sorprende di tutto ciò se si considera che, nel nostro Paese e in molti altri, il concetto di prevenzione è tanto caro quanto sconsiderato. 
Nemmeno considerando che lo psicologo tratta questioni “invisibili” agli occhi si ritiene opportuno “prevenire piuttosto che curare”: il problema, anche nel mondo scuola, deve sempre rendersi concreto tramite problemi comportamentali, dinamiche nocive o gesti estremi, prima che le persone si convincano ad intervenire.
Particolarmente caro mi è il tema della prevenzione psicologica in un momento così difficile come quello della pandemia da Covid-19. 
Per rendere più concreti gli effetti di questa situazione a livello psicologico voglio citare i dati della ricerca di Zhou et al. 2020, i quali mettono in evidenza che il 43,7% dei giovani ha sviluppato problemi depressivi e il 37,4% disturbi d’ansia durante la pandemia. Non da meno è il rischio di burnout da parte degli insegnanti, i quali si trovano ad affrontare tutt’ora un insegnamento privato di molti gesti spontanei e diretti con i loro alunni.
Sostenere il corpo docente e gli alunni, offrendo un intervento fatto di strumenti concreti, significa garantire agli insegnanti, e di riflesso a tutti i ragazzi, un miglioramento relazionale e conseguentemente di apprendimento.
Lo psicologo nel mondo scuola rappresenta la possibilità di sviluppare le risorse e le capacità utili per affrontare le sfide adattive, rendendo sia insegnanti che alunni più resilienti ed efficaci. Sono proprio le persone che costituiscono il mondo scuola, improrogabile è quindi la necessità di costruire fin dall’inizio dell’anno scolastico uno spazio stabile di ascolto, accoglienza e supporto.
*Psicologa, Psicoterapeuta e Sessuologa Clinica.