Dal Covid alla guerra in Ucraina: gli effetti sul forte disorientamento dei giovani

Dal Covid alla guerra in Ucraina: gli effetti sul forte disorientamento dei giovani

Prima il Covid ora la guerra in Ucraina. E i ragazzi non ce la fanno più. Sono sovraccarichi di notizie che creano preoccupazione e che incidono profondamente sul loro stile di vita. Nessuna progettazione per il futuro e tanta incertezza nelle prospettive, sono ormai gli elementi che caratterizzano questa delicata fase della loro vita. In un periodo in cui la tensione sociale la fa da padrona, ecco che aumentano le richieste di aiuto per ansia, depressione e disturbi alimentari. Ed allora come fornire loro un valido supporto? Ce lo spiega lo psicologo e psicoterapeuta Stefano Callipo che presiede l’Osservatorio Nazionale Violenza e Suicidio.
Pandemia e guerra. Che effetto stanno avendo queste notizie sui giovani?
Quella degli adolescenti e dei giovanissimi sembra essere la categoria più colpita dagli effetti sociali – e non solo – della pandemia. A questa fase si aggiunge anche il cosiddetto effetto guerra le cui notizie date in continuità dai media tendono ad esacerbare quel senso di insicurezza. Tutto questo incide non poco sull’assetto psicologico dei giovani e ancor di più sui giovanissimi. In questo ultimo anno abbiamo assistito ad un escalation di disturbi della condotta alimentare e di condotte autolesive, per i quali sembra che nella sola regione Lazio ci sia stato un aumento di ricoveri di giovanissimi del 18 % circa. Un dato allarmante. In aumento anche la depressione giovanile la cui età interessata si abbassa sempre di più.
Secondo lei esiste un modo “corretto” per approcciare i ragazzi a notizie di questo peso?
I ragazzi vivono spesso con ansia e senso di insicurezza le notizie allarmanti, compreso lo spettro della possibilità di una terza guerra mondiale e l’uso di armi nucleari. Importante è fornire notizie e al contempo sicurezza e ottimismo, dando sempre una spiegazione a ciò che accade. In tal senso le scuole possono fare molto, parlandone in classe e rassicurando i ragazzi, pur comprendendo la serietà degli eventi. Parlarne in famiglia può essere molto utile. Così come condividere insieme aspetti e perplessità circa le notizie di tale peso.
Nonostante la situazione sia ostile come si può creare un clima più sereno per i ragazzi?
I ragazzi hanno bisogno di riappropriarsi dei propri spazi, mentali oltre che fisici, fatti di luoghi di aggregazione, di confronto tra i pari, di fidanzamenti e di tutto ciò che appartiene al loro momento evolutivo e alla costruzione della loro identità. Le regole, lo sport, le attività sono fortemente protettive per i giovani e giovanissimi. Il clima più sereno di cui necessitano può essere dato anche dal fargli vivere la loro vita senza un coinvolgimento eccessivo in problemi che non appartengono a loro. L’approccio giusto è quello di affrontare insieme le paure, anche attraverso una sincera comunicazione. Il dovere di un genitore è quello di confortare, dare senso di sicurezza e protezione ai propri figli.
Quanto conta la possibilità di pensare al futuro e progettare in questa fase della loro vita?
La progettualità per un ragazzo significa molto, perché rappresenta non soltanto il proprio futuro ma anche la forza motivazionale e propulsiva per raggiungere i traguardi designati. Ogni età ha una tappa. Pensare la futuro costituisce quindi un assetto non solo psicologico molto importante per i giovani, quanto mai necessario in una fase di incertezza e insicurezza percepita come quella che stiamo vivendo. E noi adulti abbiamo il dovere di sostenere tale progettualità credendo il loro e nelle loro capacità.