APPRENDERE DA LEONARDO

APPRENDERE DA LEONARDO

Walter Isaacson 1, nel suo bellissimo libro su Leonardo Da Vinci, dedica la conclusione a questo tema fondamentale: cosa possiamo apprendere da Leonardo. Ecco secondo lui quali sono le principali doti del genio fiorentino.

Avere curiosità, una curiosità insaziabile che gli ha permesso di conoscere sempre cose nuove in maniera originale. Voleva scoprire il corso dei fiumi, le armi, le costruzioni, si appassionava del volo degli uccelli… spaziava in tanti campi, ed aveva una sete smisurata di conoscenza.
Conservare il senso di meraviglia di un bambino. Leonardo oltre ad ammirare la bellezza del cielo, il volo di un gabbiano, si chiedeva perché succedesse ciò. È la tipica domanda del bambino che permette di capire ciò che vedi.
Coltivare la capacità di osservare. Questo acuto senso di osservazione gli è stato utilissimo ad esempio nel realizzare i suoi capolavori. Lui girava per la città e osservava le espressioni dei volti e i movimenti dei corpi e annotava tutto nei taccuini che portava con se.
Procrastinare. “Mentre dipingeva il Cenacolo, – scrive Isaacson – Leonardo a volte contemplava il lavoro per un’ora, poi dava una piccola pennellata e se ne andava. Spiegò a Ludovico il Moro che, perché la creatività si esprimesse, occorreva far maturare le idee e dare corpo alle intuizioni”.
Collaborare con gli altri. Leonardo, nonostante il suo carattere solitario, era capace di grandi collaborazioni con altri artisti e soprattutto gli allievi che lavoravano con lui. Le idee erano sue, ma riusciva a trasmetterle anche agli altri. Senza questa collaborazione non avremo mai avuto il Cenacolo, le tante realizzazioni innovative da lui scoperte.
Concludendo si può dire – mi riferisco a noi docenti e agli alunni – che solo guardando le opere di questo genio riusciamo ad imparare qualcosa perché aveva questa capacità di collegare assieme tutto. Nel linguaggio scientifico si chiama “sistemica”, cioè una visione che si focalizza sulle correlazioni e interazioni presenti nell’ecosistema. Ecco perché tutti i suoi capolavori sono tutti collegati tra loro.

  1. Isaacson W., Leonardo Da Vinci, Mondadori, Milano 2017. Pp 443-448.