Allarme trai i giovani e gli studenti per la depressione causata dall’emergenza sanitaria

Allarme trai i giovani e gli studenti per la depressione causata dall’emergenza sanitaria

Cresce l’allarme in Italia per un grave problema generato indirettamente dal Covid e che sta colpendo molti giovani: la depressione. I metodi di prevenzione del contagio che spesso hanno portato all’imposizione del lockdown e, lo stile di vita che deve adeguarsi alle misure restrittive, stanno avendo conseguenze devastanti sulla psiche di molte persone, fra queste, si conta un alto numero di ragazzi che avvertono sindromi depressive e attacchi di panico. Perché i giovani stanno risentendo di questo periodo al punto da stare così male? Ne abbiamo parlato con Stefano Callipo, Presidente nazionale dell’Osservatorio Violenza e Suicidio, Psicologo Clinico, Giuridico e Psicoterapeuta.

Perché il coronavirus ha inciso sull’aumento della depressione giovanile?

La pandemia purtroppo rischia di infettare non soltanto il nostro corpo ma anche la nostra mente. Ciò è dovuto a diversi fattori, in primis all’esposizione ad un periodo di stress molto lungo determinato non soltanto dalle restrizioni, a cui noi tutti siamo sottoposti, ma anche dal timore del contagio e alla crisi economica che oggi non riguarda soltanto imprenditori ed imprese ma anche nuclei familiari, con forti ripercussioni sull’equilibrio sistemico-familiare. Inoltre chi è entrato in contatto con il virus può aumentare fino a 5 volte la probabilità di manifestare sintomi depressivi. Noi, come Osservatorio Violenza e Suicidio, abbiamo lanciato l’allarme per il rischio di suicidio e delle dipendenze per gli adolescenti e giovani. Infatti sono proprio gli adolescenti la categoria più a rischio per tali restrizioni. Sono i soggetti a cui la fase pandemica sta più togliendo in termini di libertà, autonomia, confronto con i pari, relazioni di coppia, confronto e desatellizzazione familiare: tutti elementi necessari per un sano sviluppo. La privazione di tutto ciò sta creando una complessa situazione di fragilità emotiva e sociale per loro.

Quali sono gli strumenti che i genitori possono adottare per evitare che i figli arrivino a stare cosi male?

I genitori pur mantenendo le regole, importanti e “protettive per i loro figli”, dovrebbero permettere all’adolescente di sperimentare la propria autonomia, anche emotiva, confrontandosi con i pari, evitando però che tale appartenenza amicale possa essere mantenuta ed alimentata soltanto attraverso i social e i giochi online come playstation o simili, ponendo per esempio dei limiti di orario. Si rischia altrimenti una sorta di intorpidimento psicologico e pigrizia mentale, piuttosto che uscire (nelle ore consentite) si preferisce star comodamente sul divano o sul letto a relazionarsi con gli amici. Fenomeno da combattere, sia per scongiurare il rischio di dipendenze sia per evitare il cosiddetto effetto Vamping, per il quale l’adolescente può arrivare a navigare sui social tutta la notte fino all’alba. Regole da un lato e, stimolo ad una sana frequentazione dei pari, dall’altra.

Quali sono i campanelli d’allarme?

Isolamento sociale, irritabilità, bruschi cambiamenti del tono dell’umore, sindrome depressiva o paradepressiva, forte stress e soprattutto disturbi del sonno.

In che modo la scuola può essere di aiuto?

La scuola ha un ruolo importante, non soltanto per il suo assetto e messaggio normativo per i ragazzi ma anche per il sviluppo delle loro “life skills”. Anche se i genitori non sempre permettono alla scuola tale ruolo, intervenendo eccessivamente a favore del proprio figlio. Il ruolo educativo della scuola è fondamentale per l’azione preventiva del disagio giovanile.