Lo scollamento tra politica e società nell’analitica del potere moderno

Lo scollamento tra politica e società nell’analitica del potere moderno

La crisi della democrazia rappresentativa a cui oggi assistiamo è data dalla separazione tra il potere statale e la società civile.

Bernard Manin, studioso francese, ha messo in luce come l’affermazione aristotelica de La Politica, “il sorteggio è tipico della democrazia mentre l’elezione è tipica dell’aristocrazia”, scompare quando nascono i moderni stati rappresentativi, alla fine del ’700, per essere poi completamente dimenticata: finisce “il governo dei molti” inizia “il governo dei pochi”. La democrazia rappresentativa diventa una “retorica democratica” dove la parola è separata dalla cosa.
Con la nascita dello Stato moderno si delinea dunque il confine, la separazione tra Stato e società. Per il filosofo francese Michel Foucault, a partire dal secolo XVIII, lo Stato appare ormai come una struttura esterna e distinta dal mondo sociale, nasce la “modalità disciplinare del potere”, nasce “la società della sorveglianza”.
Lo Stato è ormai rispetto alla società, continua Foucault, «colui che domina ogni cosa con un solo sguardo, ma al quale nessun dettaglio, per infimo che sia, sfugge mai».
Questo potere disciplinare risponde, sempre secondo Foucault, a situazioni storiche nuove come “la grande spinta demografica” e “la crescita dell’apparato produttivo”: a partire dalla rivoluzione industriale, nel corso del secolo XVIII, lo Stato si separa dalla società per assoggettare i cittadini, attraverso il potere disciplinare dei dispositivi, al capitalismo che segue la logica triangolare “desideri indotti – consumismo – profitto”.
In questo potere disciplinare, i teorici del secolo XVIII vedevano realizzato il sogno della “nuova” società, perfetta in quanto laica e capitalista, fondata cioè su una “teologia politica” secondo cui “la forza di questo nuovo Stato nascerà dalla sua forza, la sua prosperità dalla sua prosperità”.
Mi sembra di poter dire che, alla luce dell’analitica storica del potere moderno di Foucault, la “deriva retorica” della democrazia rappresentativa propria degli Stati moderni occidentali consiste in uno Stato che, ormai separato dalla società, trae la propria forza di governo esclusivamente da sé stesso a prescindere dal popolo sorvegliato e punito dallo sguardo dello stesso.