Monica – Verona

Monica – Verona

Chiediamo gli stessi diritti degli altri insegnanti ed una procedura straordinaria per l’assunzione in ruolo dei precari di religione con oltre 36 mesi di servizio…

Monica di Verona, insegnante di Religione da 21 anni.

Caro Ministro,
mi chiamo Monica e abito nella provincia di Verona dove insegno religione cattolica alla scuola primaria. La mia carriera di insegnante è iniziata nel 2000 con il mio primo incarico annuale e ad oggi sono ancora precaria, non certo per mia volontà, ma perché, di fatto, non mi è mai stata data la possibilità di essere stabilizzata. Purtroppo, non mi è stato concesso di partecipare all’unico concorso indetto per gli insegnanti di religione nel 2004 poiché non ero in possesso dei quattro anni di servizio richiesti. Non per questo il mio impegno nella scuola non è stato costante e intenso: ho sempre fatto parte di varie commissioni come quella per la continuità o per il digitale, mi sono sempre fatta promotrice di vari progetti ed ho svolto per alcuni anni l’incarico di referente di plesso. Tutto ciò perché amo il mio lavoro e lo faccio con passione ed entusiasmo, come del resto molti miei colleghi, nonostante la situazione di incertezza insita nella condizione di precarietà.
Non avendo un contratto a tempo determinato, ho avuto non poche difficoltà ad acquistare la mia casa, dal momento che ho potuto accendere un mutuo solo grazie al lavoro stabile di mio marito e ai nostri familiari che hanno garantito per noi.
Il fatto di avere un contratto a scadenza annuale limita la possibilità di fare progetti a lungo termine quando si è giovani e poi, quando si arriva ad avere 50 anni, la mia attuale età, fa guardare al futuro con molta incertezza e preoccupazione.
Fino ad ora ho sempre goduto di buona salute. Mi auguro che Dio me la conceda ancora a lungo, dal momento che con il mio contratto a tempo determinato non sarò affatto tutelata in caso di lunga malattia o malattia invalidante.
Come ho già spiegato in precedenza, ho sempre svolto il mio lavoro con impegno e perciò ho cercato di aggiornarmi in modo da adempiere alla mia funzione di docente in modo adeguato, ma mentre i colleghi di ruolo potevano usufruire della carta docente io ho sempre provveduto a mie spese.
La stessa cosa vale per i dispositivi come computer e tablet, ormai indispensabili nel nostro lavoro, che ho dovuto comperare senza alcun contributo.
Queste sono solo alcune considerazioni per far comprendere le conseguenze di una discriminazione che da anni esiste nei confronti degli insegnanti di religione. Le chiedo di porre fine a tutto questo dando anche a noi le stesse possibilità che sono state date ai colleghi delle altre discipline attraverso una procedura straordinaria per l’assunzione in ruolo dei precari di religione con oltre 36 mesi di servizio.