Elena – Pescara

Elena – Pescara

Mi sento discriminata perché dopo 14 anni di precariato mi si chiede di sostenere un concorso ordinario…

Elena di Pescara, insegnante di Religione da 14 anni.

Caro ministro,
mi chiamo Elena, e domani compio 55 anni, e come molti, sono ancora precaria. Caro Ministro, non posso raccontarle tutta la mia storia, avrei bisogno di ore! Ma voglio dirle questo: io lavoravo in Autogrill assunta part-time a tempo indeterminato, mi sono separata e la mia vita ha avuto un crollo; con due figli piccoli e un lavoro deprimente che non mi piaceva, ho deciso di cambiare, quindi sono tornata a studiare, Teologia, una mia grande passione, e a pensarci bene, forse avrei dovuto scegliere un’altra facoltà!
Attenzione: questa affermazione dovrebbe farvi interrogare tutti! Io abito a Pescara, Abruzzo, ho studiato a Pescara, poi a Roma ho ottenuto titoli, che, purtroppo non sono riconosciuti per il loro valore dallo Stato Italiano. Ho svolto e superato due prove selettive nel 2007: una nel Triveneto e l’altra a Roma, dove ho iniziato la mia carriera di precaria nella scuola italiana nel dicembre 2007. Sono “giovane” di fronte a colleghe e colleghi con 25/30 anni di precariato.
Caro Ministro nel 2012 mi sono ammalata per una grave patologia, ho dovuto effettuare cure chemioterapiche, nonostante tutto ho continuato ad essere pendolare, partivo da Pescara il lunedì mattina e rientravo il venerdì, è stato un anno difficile, faticoso non potevo più sostenere il ritmo di lavorare lontano dalla mia residenza. E visto che sono precaria, per tornare a Pescara non ho potuto chiedere il trasferimento, come fanno tutti gli insegnanti. Da quell’evento, studiare mi è diventato faticoso, faccio fatica a ricordare.
Non sono più la brillante studentessa universitaria e la giovane insegnante che ero, ma, nonostante le difficoltà, continuo ad essere apprezzata dagli studenti e dai colleghi per il mio contributo alla formazione dei ragazzi che mi sono affidati. 18 classi, 350 alunni, molti dei quali stipati in classi “pollaio”. In questi anni mi sono sentita discriminata perché agli occhi del ministero, rispetto ai miei colleghi, non sono stata considerata degna di ricevere il bonus dei 500 euro per la formazione, con la conseguenza che i corsi di aggiornamento li ho dovuti sostenere interamente a mie spese.
Ministro, io mi sento discriminata perché dopo 14 anni di precariato mi si chiede di sostenere un concorso ordinario, mentre ad altri colleghi precari, giustamente, si prevede un percorso straordinario di stabilizzazione.
Come potrei confrontarmi con delle menti giovani e brillanti! Come potrei essere competitiva? Insegno da 14 anni ed ora mi chiede se merito di insegnare nella scuola italiana?
Fino ad oggi sono andata bene e adesso devo fare una prova selettiva? Forse ci dovevate pensare prima, entro i primi tre anni di lavoro! Le chiedo: ma questa è giustizia? Caro Ministro, ci faccia sentire che lo Stato Italiano riconosce i nostri diritti come quelli degli altri insegnanti precari, come amate dire, che lo stato c’è.
Offra anche a chi, come me vive un precariato da più di tre anni un percorso di stabilizzazione considerando i titoli e anni di servizio. Non occorrono prove selettive, io le ho già svolte, sono, siamo insegnanti come gli altri, anzi, per i nostri requisiti, il nostro saper andare oltre le sterili programmazioni dimostriamo di avere professionalmente una marcia in più, e non è giusto essere considerati insegnanti di serie B!
Dateci questa opportunità, riconoscete la professionalità dimostrata in tutti questi anni!!